C'è chi già qualche decennio fa "temeva" che -per alcuni capitoli di bilancio- le cifre erano più frutto di alchimie contabili che di previsioni e risultati concreti.
L'art. 3 del D.Lgs n. 118/2011 e l'art. 2 del D.M. 2/2015 -imponendo ai Comuni il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi- hanno fatto al fine chiarezza e posto fine ai giochi degli alchimisti.
La contabilità dei Comuni deve basarsi su numeri veri e certi! Questo in estrema sintesi l'obiettivo delle citate disposizioni normative.
Per anni, invece, pur di far quadrare i bilanci molti Comuni hanno finito per adulcorarli o addirittura doparli ipotizzando introiti che si sapevano non incassabili.
Ebbene, l'operazione straordinaria di riaccertamento dei residui disposta dall'attuale Governo ha mietuto più di una vittima.
E tra le lame del tritacarne sono finiti numerosi Comuni:
ANCHE IL NOSTRO.
Anche se non mancano i Comuni virtuosi che sono riusciti a superare brillantemente l'esame:
.
DUNQUE, il nostro Comune è stato bocciato, ed il Consiglio comunale ha dovuto confrontarsi con i numeri ballerini della contabilità amministrativa del Comune.
E così, nel giro di 45 giorni il consesso civico pontese è stato costretto a ratificare un rendiconto anno 2014 che il 3 giugno vantava ADDIRITTURA un AVANZO di € 57.315,20:
MA CHE il 30 giugno GIA' registrava CREPE certificando invece un DISAVANZO di € 178.842,00:
Il 18 luglio -infine e su SEGNALAZIONE del Revisore dei Conti- ha mostrato e certificato un ulteriore DISAVANZO, toccando quota € 241.257,80:
Che risultato!
Quali le cause?
Il sindaco se ne guarda bene dal mettere il dito nella piaga.
Parla politichese per dire e non dire.
Ma è evidente che la causa, una delle cause, è da ricercarsi nell'organizzazione degli uffici, del lavoro; nella consuetudine di procrastinare nel tempo azioni che andrebbero assunte con diversa tempestività, nonché -probabilmente- nella indifferenza degli amministratori, troppo avvezzi alla politica del ... "volemose bene!".
Intanto le conseguenze le pagano gli amministrati, o meglio, i disamministrati.
Non solo, ma al DANNO -il disavanzo di € 241.257,80- seguirà la BEFFA, e cioè l'obbligo di ripianare il deficit, di chiudere il buco nei conti comunali.
Infatti, allo scopo occorreranno ora 30 (TRENTA) "comode rate ANNUALI" di € 8.041,93 cadauno.
E ciò che fa ancor più rabbia è il constatare che tra i residui eliminati (€ 217656,83 di residui attivi e € 709.729,14 di residui passivi) vi sono somme destinate alla istruzione pubblica, alle strutture per anziani, all'edilizia economico-popolare, all'assistenza e beneficenza, alla gestione del territorio, alla viabilità .... .
Dunque, un vero sfregio alle già precarie condizioni del paese.
Infine, una curiosità: tra i crediti eliminati/estinti anche i 48.199,11 euro di "proventi per la cessione di aree in zona PIP" risalenti al 2000.
Chi e' l'mprenditore furbastro che non ha mai pagato l'area assegnatogli?
E perché il Comune non ha provveduto a recuperare a tempo debito la somma?
Si è forse trattato di un "incentivo" in favore dell'industrializzazione locale?
Ponte, 29 agosto 2015 giacomo de angelis
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