Il violento nubifragio dello scorso ottobre ha attestato che in passato è mancata un'adeguata attenzione per il territorio, per le strade, soprattutto rurali; ha pure messo in luce avventate valutazioni urbanistiche non suffragate da preventivi interventi di preservazione e pure di consolidamento/miglioramento dell’equilibrio idrogeologico del territorio e, soprattutto, del centro urbano.
Questo è un dato confermato dai fatti.
Il post nubifragio ha poi rimarcato tutto il resto; tra l’altro, le difficoltà e pure l’approssimazione di una gestione finalizzata alla messa in sicurezza delle aree colpite e al ripristino dello status quo ante.
Anche questa deduzione è attestata dai fatti e dagli atti.
Anche questa deduzione è attestata dai fatti e dagli atti.
Dopo i primissimi interventi, quelli di somma urgenza per complessivi € 381,518,14
sono stati realizzati i cosiddetti lavori di consolidamento del costone a monte di Palazzo Venezia, necessari per la messa in sicurezza anche della sovrastante struttura abitativa (quella della cooperativa Cipe). Costo di questo intervento: € 631.000,00:
Sappiamo, poi, che è stato approvato il progetto per ripristinare il ponte sul torrente Alenta; costo di quest'altro intervento: € 433,100,00
Ma resta ancora tanto da fare, soprattutto per le aree periferiche e rurali del paese.
Le immagini che seguono ritraggono alcune delle perduranti situazioni di precarietà ed anche d'insicurezza che caratterizzano alcune strade rurali falcidiate dal nubifragio del 15 ottobre scorso.
Qui imbocchiamo Via Padulo e la situazione non cambia:
Queste sono le immagini della strada che collega Via Staglio (di sopra) con Via Vado della Lota:
Queste, invece, immagini di altre criticità:
Effettivamente una "risposta", un intervento di ripristino e di messa in sicurezza è auspicabile quanto indifferibile
E' evidente che non è facile rimediare in tempi rapidi allo sfacelo del nubifragio; è vero -però- che sono trascorsi ormai otto mesi.
Perché ancora non si è posto un "qualche" rimedio?
E' -questa- la domanda che i residenti di tali zone rurali rivolgono al Comune.
E' evidente che non è facile rimediare in tempi rapidi allo sfacelo del nubifragio; è vero -però- che sono trascorsi ormai otto mesi.
Perché ancora non si è posto un "qualche" rimedio?
E' -questa- la domanda che i residenti di tali zone rurali rivolgono al Comune.
Eppure non mancano i provvedimenti, ANCHE SE intermittenti e a ... rallentatore.
Eccoli:
1. il 6 novembre 2015, dopo soli 20 giorni dal nubifragio, il responsabile del settore tecnico manutentivo del Comune completa il monitoraggio delle strade e comunica al sindaco che per la loro messa in sicurezza occorrono circa EURO 50.000,00 oltre IVA;
2. il 29 dicembre 2015, dunque dopo cinquantatré giorni, la giunta municipale -con atto n. 107- analizza la relazione del responsabile settore tecnico manutentivo, ma ... rimanda il tutto al mittente; infatti delibera "Di disporre al Responsabile del Settore
Tecnico- Manutentivo, Geom. Domenico Nicola Iannelli, l’avvio del procedimento
finalizzato alla elaborazione degli atti tecnici necessari per la messa in
sicurezza della viabilità urbana e rurale a seguito dell’evento calamitoso
eccezionale del 15/10/2015, a definizione degli interventi necessari a
garantire la sicurezza stradale della pubblica e privata incolumità".
Tale delibera, però, è affissa all'albo pretorio e notificata al Responsabile del settore tecnico il 22 gennaio, dopo ben ventiquattro giorni dalla sua adozione.
Ed in merito FANNO SORRIDERE i due passaggi della richiamata deliberazione del 29 dicembre laddove riferisce:
A) "che questa Amministrazione, ritenendo assolutamente prioritaria l’esecuzione degli interventi di cui alla surriportata nota, in ragione dell’urgenza determinata dallo stato di pericolo con essa rappresentato, ha tuttavia, necessità di conoscere esattamente l’entità delle risorse finanziarie occorrenti, dato, questo, che scaturisce unicamente dalla stesura di un computo dettagliato dei lavori a farsi con stima della spesa";
B) "l’avvio del procedimento finalizzato alla elaborazione degli atti tecnici necessari per la messa in sicurezza della viabilità urbana e rurale a seguito dell’evento calamitoso eccezionale del 15/10/2015, a definizione degli interventi necessari a garantire la sicurezza stradale della pubblica e privata incolumità".
A) "che questa Amministrazione, ritenendo assolutamente prioritaria l’esecuzione degli interventi di cui alla surriportata nota, in ragione dell’urgenza determinata dallo stato di pericolo con essa rappresentato, ha tuttavia, necessità di conoscere esattamente l’entità delle risorse finanziarie occorrenti, dato, questo, che scaturisce unicamente dalla stesura di un computo dettagliato dei lavori a farsi con stima della spesa";
B) "l’avvio del procedimento finalizzato alla elaborazione degli atti tecnici necessari per la messa in sicurezza della viabilità urbana e rurale a seguito dell’evento calamitoso eccezionale del 15/10/2015, a definizione degli interventi necessari a garantire la sicurezza stradale della pubblica e privata incolumità".
Tuttavia, non si mette in discussione la necessità di tali elaborati tecnici, ma -ci si chiede- perché la
giunta ha atteso il 29 dicembre, per deciderlo, e il successivo 22 gennaio per comunicarlo al tecnico?
3. ma a suscitare ora ulteriori perplessità è, infine, la circostanza che il tecnico incaricato ha eseguito il "compito" e -già a febbraio- ha consegnato il tutto a sindaco e giunta.
Intanto, sono trascorsi ulteriori quattro mesi.
Ponte, 11 giugno 2016 giacomo de angelis
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