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La finestra da sempre rappresenta il luogo più caro di un’abitazione. Consente di controllare, guardare e seguire le vicende del vicinato, di scambiare saluti e di relazionare con passanti e dirimpettai. Insomma, è la postazione per eccellenza di ogni abitazione. Ed analogamente, e con la fantasia che talvolta deve caratterizzare le umane iniziative, questa “Finestra su Ponte” intende essere, diventare –anche con il fattivo contributo di partecipazione, d’informazioni, di materiale, d’idee e d’opinioni di quanti condivideranno l’iniziativa- il “nostro” sguardo su tutto ciò che ci circonda e che ci riguarda da vicino ed anche da lontano. In altre parole, intende diventare un modo tecnologico per relazionare. Le nostre “finestre” non sono ovviamente tutte uguali, hanno infatti una diversa visuale, una diversa prospettiva, come le nostre conoscenze e … “punti di vista”. Ciò è naturale ed è anche la caratteristica e la linfa di ciascuna comunità.

martedì 4 aprile 2017

BIODIGESTORE: quante perplessità sta suscitando, anche per colpa delle amnesie del Comune!





















La possibilità che la zona industriale di Ponte si possa "arricchire" di un BIODIGESTORE per il trattamento della frazione umida dei rifiuti solidi urbani ha originato un articolato dibattito sui social e sulla stampa.

E' proprio destino che, nella sua lunga esperienza di sindaco di questa comunità, il dott Meola, sia periodicamente coinvolto in problematiche riguardanti la monnezza!

Nella ricerca di notizie per quest'ultima vicenda, infatti, mi sono imbattuto in un articolo pubblicato il 2 agosto del 2005 (dodici anni fa) che metteva in dubbio la coerenza del sindaco in relazione ad altra iniziativa concernente i rifiuti: il compostaggio di rifiuti provenienti da altri comuni e province sul nostro territorio:


Ad ogni modo, in quell'occasione il pericolo fu sventato!

E ritornando alla vicenda di questi giorni, le perplessità manifestate si sono susseguite con ritmo incessante e con argomentazioni interessanti quanto condivisibili.

Ma ad accrescere i dubbi sulla decisione, "autonomamente" (?) assunta dalla Aldarion di convertire la sua produzione e di realizzare un biodigestore, è anche l'assurdità di volerlo realizzare senza tenere in conto le incognite di tale iniziativa sulle attività industriali e/o artigianali presenti nell'area (a poche decine di metri!!!), anche di produzione di rinomati prodotti alimentari e bevande:





Come detto, anche gli organi di stampa sono stati coinvolti ospitando le perplessità della cittadinanza sulla fattibilità e, soprattutto, l'opportunità della realizzazione di un tale impianto.

Questo l'intervento del 26 marzo scorso sulle pagine del Sannio Quotidiano di Peppe Meola, assessore uscente che ha anticipato la notizia:



ribadito il giorno dopo, sempre sulle pagine del Sannio Quotidiano:



Ciò che tra le altre cose si lamentava, soprattutto sulle pagine di facebook, era stato il silenzio dell'istituzione locale, la mancanza di una dichiarazione ufficiale.

Ebbene, il sindaco Mario Meola è intervenuto rilasciando una intervista al Sannio Quotidiano per chiarire la vicenda e tranquillizzare i cittadini, in particolare coloro che -e per lavoro e per residenza- sono nell'area industriale o vicini alla stessa:



Sembra, però, che le sue dichiarazioni non abbiano tranquillizzato tutti. Almeno questa è l'opinione di Peppe Meola, come riportato sempre sulle pagine del Sannio Quotidiano, e anche ... mia:


Effettivamente la vicenda presenta delle opacità.

Anche alla luce di fatti vissuti nella mia pregressa esperienza amministrativa che hanno riguardato proprio confronti e dibattiti sull'area industriale e la sua espansione (che tanti dubbi sollevava come d'altronde i fatti hanno poi confermato), un qualche ricordo ho ancora ben appiccicato nella mente.

Ad esempio, sulla questione sulla quale ora si dibatte io indirizzo preliminarmente ricordo e attenzione alla convenzione che la Aldarion srl ha stipulato (o avrebbe dovuto preliminarmente stipulare) con il Comune per subentrare alla Flexeuropa srl e rilevarne il lotto.

Infatti, analizzando lo schema di convenzione adottato per le assegnazioni, i miei dubbi hanno avuto conferma; un suo articolo, infatti, disciplina espressamente e chiaramente l'eventuale cambio di produzione. 

In merito, infatti, era ed è previsto che "Le Ditte non potranno cambiare il tipo di produzione come indicato in premessa, senza avere preventivamente ottenuto dal Comune regolare autorizzazione":

Articolo 6 dello schema di convenzione anno 2010

Articolo 8 dello schema di convenzione anno 1998

Ebbene, se quindi l'Aldarion srl ha agito autonomamente senza chiedere e ottenere dal Comune alcun preventivo assenso, tutta questa vicenda si dovrebbe azzerare automaticamente.

In altre parole, la procedura attivata dalla Aldarion è irregolare e, pertanto, impugnabile da parte del Comune che deve far valere preliminarmente ad ogni altra ragione la convenzione stipulata con l'Aldarion srl.

E a tal riguardo, proprio per avere conferma che il Comune ha effettivamente stipulato una tale ineludibile e preliminare convenzione con la Aldarion srl, ho inoltrato richiesta per la sua visione e per l'eventuale rilascio di copia:


Tuttavia, visto che il sindaco non ne ha fatto menzione, devo forse desumere che il sindaco non sia a conoscenza di tale espressa previsione della convenzione?

Se è così, ..... ora però è informato e può far valere le ragioni del Comune, delle ditte/società operanti nell'area industriale e dei cittadini residenti nelle immediate vicinanze.

Ponte, 4 aprile 2017                                       giacomo de angelis




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