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La finestra da sempre rappresenta il luogo più caro di un’abitazione. Consente di controllare, guardare e seguire le vicende del vicinato, di scambiare saluti e di relazionare con passanti e dirimpettai. Insomma, è la postazione per eccellenza di ogni abitazione. Ed analogamente, e con la fantasia che talvolta deve caratterizzare le umane iniziative, questa “Finestra su Ponte” intende essere, diventare –anche con il fattivo contributo di partecipazione, d’informazioni, di materiale, d’idee e d’opinioni di quanti condivideranno l’iniziativa- il “nostro” sguardo su tutto ciò che ci circonda e che ci riguarda da vicino ed anche da lontano. In altre parole, intende diventare un modo tecnologico per relazionare. Le nostre “finestre” non sono ovviamente tutte uguali, hanno infatti una diversa visuale, una diversa prospettiva, come le nostre conoscenze e … “punti di vista”. Ciò è naturale ed è anche la caratteristica e la linfa di ciascuna comunità.

venerdì 20 gennaio 2017

Aveva ragione Peppe: è un'istallazione di pop art.



Osservando la situazione in continua evoluzione di ciò che –erroneamente- avevo considerato un incivile, irresponsabile ed offensivo (soprattutto per il luogo in cui accade: “un civico cimitero”) sversamento di rifiuti d’ogni genere, devo convenire con l’analisi o l’intuizione di Peppe Meola.

Il perspicace Peppe, 

commentando il mio post del 7 gennaio, mi ha addirittura cazzeato (con garbo, naturalmente) spiegandomi che non si tratta di smaltimento inconsulto di rifiuti, bensì di “un’installazione di arte moderna. Di Pop art”.

A questo punto devo convenire con Peppe, altrimenti dovrei ritenere che i responsabili della gestione del nostro Comune (amministratori ed uffici) sono ciechi, sordi, disattenti quanto incapaci.

E questo non corrisponde ai fatti!

Deve trattarsi, dunque, di una nuova tecnica d’arte contemporanea, coinvolgente (tutti, infatti, possono partecipare) e a “libero arbitrio”, pardon a tema libero (ognuno è libero di dare una sua personale connotazione all’opera: chi con un televisore, uno dei simboli della globalizzazione; chi con un materasso a due piazze, a rimarcare la necessità del riposo ed anche la gioia del connubio coniugale; chi con rifiuti organici, dai quali “esumare” (considerando il luogo) le tracce delle prelibatezze culinarie della nostra cucina pontese;  e…. così via).







Se così è, mi scuso di non aver preso tempestiva visione dell’avviso e delle relative ordinanze (trattandosi –tra l’altro- di occupazione di suolo pubblico) che il Comune ha dovuto pur emettere.

Chissà, però, se sono stato distratto io a non prenderne visione o se tali provvedimenti non sono stati ancora pubblicati, alla stregua di altri atti e provvedimenti che -pur adottati da qualche mese- non sono stati ancora affissi all’albo pretorio?

Il tempo chiarirà anche questo dubbio.

Ad ogni modo, non vorrei che quest’opera d’arte offuschi il pregevole e 

lodevole lavoro artistico di Daniele Procaccini che ha davvero 

“illuminato” e reso decoroso il cimitero:


 Ponte 20 gennaio 2017                                         de angelis giacomo



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