Via G.U. Domenico Ocone (ex Via Ripagallo), con marciapiedi insidiosi
Dopo aver posto all'attenzione di chi segue
e partecipa alle pubblicazioni di questo blog la pericolosità dei dissuasori
stradali che non dissuadevano, dei cartelli della segnaletica stradale ad
"altezza di testa", documento ora quelle che ritengo essere altre ...
"mine antipedoni" da disinnescare.
Ne ho individuato alcune sui marciapiedi ed
altri passaggi pedonali; risaltano tuttavia quelle di uno dei due marciapiedi della ex
Via Ripagallo (ora scissa in Via Ripagallo e Via G.U. Domenico Ocone), anche
perché per la loro centralità cittadina sono quelli più ... calpestati.
Il marciapiede insidioso, comunque, è
quello lato fiume, per intenderci.
Sebbene mimetizzate nella pavimentazione di questo marciapiede, si possono comunque notare insidiose sconnessioni di mattonelle e qualche subdolo avvallamento nella pavimentazione, in alcuni casi, piccole buche.
Mattoncini "fuori sede" |
Contestualizzazione dei mattoncini fuori sede |
Buca! |
Stessa buca zummata |
Panoramica della solita buca |
Altra buca |
Una sua immagine panoramica |
Avvallamento |
Avvallamento zummato |
Insidioso intoppo |
Altro poco visibile, ma insidioso bordo |
Addirittura una pericolosa barretta di metallo su cui .... inciampare o cadere
|
Prescindendo dalle cause che le hanno -e da
anni- originate, queste precarietà costituiscono effettivamente una fonte di
pericolo, un ostacolo che può provocare banali ma anche rovinose cadute (e non
manca qualche precedente); e ciò, soprattutto quando -nelle ore serali e con
una inadeguata illuminazione pubblica- tali precarietà diventano più insidiose
perché poco visibili o non affatto visibili.
A caratterizzare ulteriormente (e,
certamente, non positivamente, direi) il marciapiede di Via Ripagallo è anche un'altra
anomalia: la (geniale) decisione di "piazzare" al suo centro delle
piante, anche quelle che poi producono dei frutti.
E così, non solo si è ristretto il
passaggio costringendo i pedoni a zigzagare tra piante e pali della
segnaletica o della pubblica illuminazione, ma -sotto queste "piante
fruttifere"- occorre anche schivare i frutti che intanto si sono
spiaccicati sul marciapiede.
E' effettivamente una situazione alquanto
paradossale.
E chissà i "cattivi pensieri" che passano nella mente di chi deve percorrere questi tratti del marciapiede con una carrozzina per neonati o con una carrozzina per disabili?
E chissà i "cattivi pensieri" che passano nella mente di chi deve percorrere questi tratti del marciapiede con una carrozzina per neonati o con una carrozzina per disabili?
E' vero che l'alternativa potrebbe essere
l'altro marciapiede, quello adiacente, ma tale soluzione di ripiego è ... normale?
Ponte, 6 luglio 2014 giacomo de angelis
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