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La finestra da sempre rappresenta il luogo più caro di un’abitazione. Consente di controllare, guardare e seguire le vicende del vicinato, di scambiare saluti e di relazionare con passanti e dirimpettai. Insomma, è la postazione per eccellenza di ogni abitazione. Ed analogamente, e con la fantasia che talvolta deve caratterizzare le umane iniziative, questa “Finestra su Ponte” intende essere, diventare –anche con il fattivo contributo di partecipazione, d’informazioni, di materiale, d’idee e d’opinioni di quanti condivideranno l’iniziativa- il “nostro” sguardo su tutto ciò che ci circonda e che ci riguarda da vicino ed anche da lontano. In altre parole, intende diventare un modo tecnologico per relazionare. Le nostre “finestre” non sono ovviamente tutte uguali, hanno infatti una diversa visuale, una diversa prospettiva, come le nostre conoscenze e … “punti di vista”. Ciò è naturale ed è anche la caratteristica e la linfa di ciascuna comunità.

mercoledì 12 febbraio 2014

Chiesa "MADONNELLA"

Articolo pubblicato sul numero 428 dell’11 dicembre 2010 di GAZZETTA DI BENEVENTO Titolo: “Dopo circa 50 anni riapre al culto la chiesa della Madonnella“

Il 27 novembre scorso la cappella dedicata alla Santissima Vergine del Rosario (meglio nota alla comunità pontese come la chiesa della “Madonella” o- più sinteticamente- la “madonnella”) ha riaperto, dopo la Santa Messa celebrativa dello scorso 9 ottobre, i suoi battenti. Numerosissimi fedeli –sindaco ed amministratori in testa- hanno così partecipato, con devozione ed anche con emozione, alla funzione religiosa officiata, questa volta, da Don Franco Piazza. Dopo quasi cinquanta anni (esattamente, quarantanove) la comunità dei fedeli ha riacquistato un suggestivo patrimonio spirituale. La “storia” della struttura ha inizio nei primi anni dello scorso secolo, allorquando venne realizzata grazie all’iniziativa e all’opera di Antonio Trosino e Giovanni Leone, devoti alla Madonna al punto da dedicarne una cappella. Negli anni era diventata un punto di riferimento non solo della contrada ma dell’intera comunità pontese. Il tragico terremoto del 1961 la danneggiò al punto da essere dichiarata inagibile. Passano gli anni e, anche su sollecitazione dei contradaioli, gli amministratori decidono di attivare –già dalla fine degli anni novanta- le necessarie procedure per la sua riparazione. Le relative vicende burocratico-tecniche sono alquanto articolate, soprattutto per quanto concerne la richiesta e la concessione dei necessari finanziamenti. Ma perseveranza e impegno hanno, alla fine, consentito il raggiungimento dell’obiettivo che le varie amministrazioni comunali che nel frattempo si sono succedute si erano prefissate. Tuttavia, lo sforzo non è stato solo quello meritevole degli amministratori, ma anche quello egualmente lodevole di comuni concittadini che si sono prodigati per completare l’opera con la fornitura di banchi, portone, altare, crocifisso e quant’altro necessario per allestirla al culto. E a tal proposito riteniamo giusto sottolineare l’opera dei componenti dell’apposito comitato costituitosi per allestire la cappella: Michelina Porrillo, Carlo Guglielmucci, Carisio Leone e Paglione Sebastiano, che si sono avvalsi della consulenza dell’architetto Fabrizio Boscaino e della professionalità della ditta edile di Luigi Campana. Una citazione anche al consigliere Giuseppe Corbo, che è stato l’anello d’unione tra comitato e Comune. Analogamente vanno menzionati coloro che hanno inteso offrire significative ed anche impegnative offerte, ad iniziare da Elia Pastore, che ha donato un consistente contributo economico per la realizzazione dell’altare marmoreo e del maestoso portone, nonché per l’acquisto dei banchi. Un nome, quello di Elia Pastore -un concittadino da anni trapiantato a Roma ma legatissimo al suo paese d’origine- che lo scorso decennio ha contribuito al restauro anche della Chiesa di Sant’Anastasia, dando in dono l’organo. Domenico Ocone, poi, ha offerto il crocifisso. A giorni il comitato dovrebbe rendere pubblico il “consuntivo” della propria attività e del contributo di tanti altri concittadini alla iniziativa. Come sempre, emotivamente coinvolgente è stata l’omelia di don Franco, dedicata –e non poteva che essere così- alla Madonna che è e sarà sempre un riferimento spirituale necessario e proficuo per tutti i fedeli. Ed a tal proposito ha auspicato che la cappella sia utilizzata precipuamente quale centro di spiritualità mariano, dedicato alla Vergine Santissima, ed ha sensibilizzato i fedeli a valorizzare degnamente un tale patrimonio spirituale con incontri almeno mensili. Dovrà diventare un luogo di meditazione e dialogo interiore e di confidenza con la “madre” dell’umanità. Ponte, lì 3 dicembre 2010 giacomo de angelis

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