Io, come tutti gli altri mortali, sono consapevole che prima o poi morirò. Il mio corpo sarà tumulato e la mia anima chissà dove aleggerà.
Immagino "l'altra vita" (anche così è denominata la nostra seconda esistenza, quella che seguirà quella terrena) e fantastico sulla stessa, anche con una certa serenità.
Ovviamente, mi preoccupo per chi mi è caro e che continuerà a vivere la sua esistenza terrena, augurandomi che possa farlo con la necessaria serenità.
Questa consapevolezza, però, non sempre è presente in me; la "vita" quotidiana mi distrae con i suoi impegni, le sue scadenze e le sue tappe, più o meno liete, e così l'archivio.
A richiamarla, poi, sono le tragedie, i drammi, le malattie e, soprattutto, la MORTE anche prescindendo dalla circostanza di conoscere o meno chi non sarà più con me, in mezzo a noi.
Credo, comunque, che ciò che sto confessando sia comune anche ad altri o agli altri mortali.
Ebbene, da qualche giorno, ma soprattutto da ieri sera -da quando ho letto della dipartita di Costantino e di Antonio, e stamane anche di quella di don Cesare- la consapevolezza è ritornata prepotentemente.
Tre concittadini, tre storie diverse e tre lutti diversi.
Alla mestizia che la loro morte suscita si aggiunge quella che provoca assistere all'afflizione dei familiari e parenti.
Intanto, rivedo le immagini che ho impresse nella mente di Costantino, di Antonio e di Cesare e li saluto, soprattutto con una preghiera.
Ponte, 23 febbraio 2019 giacomo